venerdì 7 dicembre 2012

E ora tocca a Phil

                                                   Il racconto di PHIL


(vuoi sentirlo invece di leggerlo? Vai in fondo e trovi 


l'audio di Phil!)

Bolt. Usain Bolt. Proprio lui. L’uomo più veloce del mondo era stato lì, davanti a loro, solo pochi minuti prima. Phil non aveva creduto ai propri occhi. Quella storia aveva dell’assurdo. Era tutto successo in poche ore. Il prof. di educazione fisica si era fermato a fare colazione in un bar prima della lezione. Lì aveva incontrato niente poco di meno che Bolt in persona, a Milano da qualche giorno per girare degli spot pubblicitari. Emozionato, il professore gli aveva chiesto una foto insieme, e gli aveva raccontato vita, morte e miracoli del suo lavoro, compreso il fatto che il giorno dopo ci sarebbero state le gare di atletica. Ma la cosa ancora più assurda era che Bolt si era offerto di allenarli per l’indomani e si era presentato in palestra con il prof.! Era stato l’allenamento più bello della sua vita. Era riuscito anche a strappargli un autografo. E dire che era iniziato tutto così male con quel blackout del giorno prima, che aveva fatto saltare a tutti il penultimo allenamento. 

Phil finì di cambiarsi e uscì dallo spogliatoio. Sentiva che il giorno dopo sarebbe stato un gran giorno. Avrebbe fatto vedere a tutti che Filippo Nitti con la corsa ci sapeva fare! Del resto, in quel momento era ciò che desiderava di più: Vincere le gare di atletica. E poi sabato sera ci sarebbe stato il derby milanese. A quello ci avrebbe pensato dopo. Doveva trovare assolutamente un posto dove andare a vederlo. I suoi pensieri furono interrotti da Biro, che lo aspettava all’uscita.

“Amico, grande notizia! Domani sarò dei vostri”.

“Che dici?? Da quando ti interessa la corsa?”.

“E chi ha detto che correrò? La band dell’altro liceo, che doveva suonare alla gara, ha avuto un imprevisto e non può più venire e così… il prof mi ha chiesto se posso suonare col mio gruppo!!!”.

“Ma dai? Sono contento!”.

Phil sapeva quanto l’amico ci tenesse a fare conoscere la sua band, i Southbay. Era un paio d’anni che suonavano insieme, ma tutti li ritenevano ancora “troppo piccoli” e le occasioni per esibirsi non erano molte, anche se loro erano davvero bravi.
“A domani allora! Sarà un gran giorno!”. I due amici si diedero il cinque e ognuno andò per la propria strada.

Il suo desiderio si era realizzato. Tutto si era svolto secondo le migliori aspettative! Nelle gare di velocità era arrivato primo! Il mondo quel giorno gli sembrava tutto più “giusto”. Non come quelle mattine in cui non aveva neanche voglia di alzarsi dal letto. L’adrenalina era ancora in corpo e si sentiva un sacco di energie. Anche Biro era piuttosto contento. Non c’erano stati problemi di audio e i Southbay avevano fatto un figurone!
Chiara lo stava aspettando. Phil era in ritardo e non aveva molta voglia di lavorare all’articolo, ma dopo quella fantastica giornata nulla poteva guastare il suo buonumore.
“Scusami, ho fatto prima che potevo!”.
“Figurati! Sono appena arrivata! Senti io… avrei una cosa per te… cioè, io non me ne faccio niente per cui… ho pensato che invece a te potesse interessare”, disse Chiara, biascicando le parole per l’agitazione, e tirando fuori dalla borsa una busta.
Phil la guardò perplesso e l’aprì. “Cosa??? Per me??? Ma come hai fatto a trovarli?! I biglietti del derby sono esauriti da giorni… e per di più nella tribuna stampa! Ma sei un mito!!!”, disse al settimo cielo, e l’abbracciò d’impulso. Chiara imbarazzata si godette l’abbraccio inaspettato e in cuor suo gioì per averlo reso contento. Si era ricordata che Phil era milanista e soprattutto, quando aveva visto che i biglietti erano per la tribuna stampa, aveva pensato che fossero un regalo perfetto per lui, che sognava di diventare un giornalista sportivo.
“Bene, ora cominciamo a lavorare!”, disse Chiara, molto pratica. Phil era ancora su di giri, per cui fu lei a leggere ad alta voce le mail che erano arrivate. Mentre la lettura dei desideri degli studenti e delle studentesse del Faes procedeva, iniziarono a pensare, ciascuno nella propria testa, che ci fosse qualcosa di TROPPO strano: entrambi avevano assistito alla risoluzione positiva di ogni singolo desiderio che stavano leggendo in quel momento! Biro era stato chiamato per suonare alle gare di atletica con la sua band, lui aveva vinto le gare di atletica, Elisa della classe di Chiara aveva fatto la prima bella interrogazione orale della sua vita, senza balbettare; Virginia, quella della IIA del classico, aveva appena raccontato a Phil che aveva fatto pace con la sua migliore amica che non le parlava da settimane! Anzi gli aveva proprio detto: “Mi porti fortuna. Era il desiderio che avevo espresso per il tuo articolo”, e gli aveva pure schioccato un bacio sulla guancia, appiccicandogliela con il lucidalabbra. Anche il desiderio di Chiara era stato avverato, anche se non poteva esprimerlo ad alta voce: Phil l’aveva apprezzata, si era finalmente accorto di lei, grazie a quei biglietti dalla provenienza misteriosa! Come poteva esserci una così alta concentrazione di accadimenti positivi tutti insieme?

A Chiara venne improvvisamente in mente un buffo ometto che aveva visto per varie mattinate consecutive, proprio nei giorni precedenti. Anche Giulia l’aveva visto, non passava certo inosservato: aveva un ombrellone da spiaggia per il sole, mentre fuori faceva freddo e il cielo era grigio, ed era vestito di mille colori. Veniva allegria solo a guardarlo! Lei e l’amica si erano divertite a fantasticare sulla sua identità: era un uomo venuto da un altro pianeta? Da un’altra epoca? O semplicemente un matto? O un esibizionista? O qualcuno che promuoveva ombrelloni per la spiaggia? Chissà perché le era tornato alla mente proprio in quel momento. Che c’entrasse qualcosa? Ma in che modo? Nel 2012 non esistevano più i geni della lampada! 

Phil, invece, continuava pensare che tutte quelle strane coincidenze erano iniziate dopo il blackout… ma il blackout aveva interessato interi quartieri e né a Phil, né a Chiara, risultava che ci fosse un’epidemia di desideri realizzati nel vicinato. Eppure era come se tutti i desideri mandati per e-mail fossero usciti dalle maglie della rete virtuale, per materializzarsi nel mondo reale…

Chiara e Phil si guardarono. Entrambi stavano pensando la stessa cosa. C’era qualcosa di MOLTO, MOLTO strano. “Hai detto che la tua amica adora investigare, vero?”, Phil interruppe il flusso di pensieri di entrambi - “Perché mi sa che abbiamo bisogno di lei”.
Chiara annuì: “Giulia non aspettava che questo. E’ proprio il desiderio che ha espresso”.



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