La Storia : l'inizio


Chiara e Phil vengono incaricati di scrivere un articolo per il giornalino scolastico sulle aspettative e i piccoli desideri quotidiani degli studenti delle scuole Faes. 

I due decidono di iniziare con un sondaggio chiedendo agli amici di mandare il proprio desiderio via mail all'indirizzo della redazione. 

Dopo un breve, ma improvviso blackout che colpisce una zona della città e che interessa anche la sede del giornalino, iniziano ad accadere cose strane... i desideri cominciano a materializzarsi e ad avverarsi...

venerdì 7 il nuovo brano...


Il racconto di CHIARA



"Fare una bella interrogazione, senza farmi prendere dal panico come mi accade sempre. eli98"
Questa era sicuramente Elisa della sua classe, che a ogni interrogazione si agitava così tanto da non riuscire più a parlare, anche se aveva studiato perfettamente.

"Chiarirmi con la mia migliore amica.  Fiordilampone97.
Trovare un reale e SUPER FANTASMAGORICO caso eclatante su cui investigare! "
Questa era Giulia, non c’era dubbio! Sì, lo stile era proprio il suo. Investigatricepazza. Il suo nickname diceva già tutto.

"Convincere i miei a farmi partecipare alla gita scolastica.
Riuscire a farmi apprezzare da LUI." 
Come??? Riusc…. Ah ecco, suonava familiare… questa era proprio la sua mail. Il “LUI” in questione era niente meno che Phil… due occhi azzurri come il mare della Sardegna, così trasparenti che tutto ti sembra a portata di mano e invece è lontano e irraggiungibile. 

Phil, 15 anni, il migliore amico di Roberto, detto Biro, la persona con cui Chiara andava meno d’accordo sulla terra: suo fratello! Ma a quanto sembrava Phil non la vedeva neanche se non, appunto, come la sorella minore del “mitico” Biro. Per fortuna ci aveva pensato il prof. Rossi a dare una mano al destino. Era stata Chiara, all’ultima riunione del giornalino scolastico, a proporre un articolo per il nuovo numero. L’idea le era venuta leggendo un libro, L’Alchimista: “Quando desideri qualcosa tutto L’universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio”. Avrebbe scritto un articolo sulle aspettative e i desideri quotidiani degli studenti delle scuole Faes… insieme a Phil! Il professore aveva deciso di affiancarle uno studente più esperto. Quello era il secondo anno che Phil faceva parte della redazione del giornalino e con le parole ci sapeva decisamente fare… aveva proprio talento! L’idea di fare un sondaggio tra gli studenti, facendosi mandare una mail all’indirizzo della redazione, era stata sua. 
Chiara era determinata a far bene… forse così Phil si sarebbe accorto che anche lei era una ragazza interessante, tanto quanto Virginia, la bionda della II A che gli girava sempre intorno e che a lui sembrava stare tanto simpatica! Mentre Chiara stava per aprire l’ennesima mail, improvvisamente il computer si spense. Ma che caspita stava…! Uscì dall’aula. Tutto il corridoio era al buio. La luce filtrava solo dalle finestre, ed era fredda e bianca come solo Milano sa essere in certe giornate un po’ uggiose.
Non era stata solo la scuola ad avere subito il blackout. La mancanza di corrente aveva interessato una vasta zona della città. In poche ore tutto era tornato come prima, ma l’inconveniente aveva fatto saltare diversi programmi, compiti in classe compresi. Insomma… non era stata poi una così brutta giornata! 

A ogni modo, il giorno dopo, la vita al liceo era tornata quella di sempre. Soltanto per Chiara, la giornata era iniziata diversamente: aveva appena ricevuto un messaggino da Phil: “Se ti va dopo domani ci troviamo per l’articolo. Domani non posso, ho la gara di atletica”. Non sapeva neanche che Phil avesse il suo numero! Gliel’aveva dato sicuramente Biro, ma non osava chiederglielo. Suo fratello avrebbe iniziato a tormentarla: “Perché ti interessa così tanto?”, e avrebbe fatto presto due più due. Già si immaginava cosa le avrebbe detto: “Non ti sarai mica presa una cotta per il mio migliore amico, vero? Perché se sì dimenticalo, che lui non ti si fila proprio!”. Ecco, non aveva affatto voglia di una botta di disistima improvvisa. Le piaceva crogiolarsi nel pensiero che Phil avesse chiesto a Biro il suo numero, solo per l’idea di avercelo.
“Gran giorno questo!”. Chiara commentò sarcastica le scarpe di Biro, che come lei stava uscendo per andare a scuola. Suo fratello, dopo mesi di scarpe nere del cattivo umore e grigie della preoccupazione, quella mattina aveva azzardato un paio di scarpe verde speranza. Promettevano bene. Biro la ignorò, con quella grande capacità di ignorare tipica dei fratelli maggiori, le mugugnò un “ciao sister” più o meno gentile e si isolò nel suo mondo fatto di chitarre, bassi elettrici e batterie, coprendosi le orecchie con le sue gigantesche cuffie per ascoltare musica rock e metal di prima mattina. Chiara pensò che, se il buon giorno si vede dal mattino, quella giornata si annunciava interessante.

“E questi? Da dove saltano fuori??” Chiara rigirò tra le mani i due biglietti che aveva trovato sul banco. Chiese a tutte le compagne e persino alla professoressa di latino che aveva alla prima ora. Nessuno sapeva dirle nulla.
“Cosa me ne faccio?”
“Dalli a tuo fratello, no?”, le disse Giulia.
“E’ juventino e questi sono due biglietti per il derby di sabato sera. Ci deve essere un errore”.
“Non c’è un errore. Li hai trovati in una busta con su scritto per Chiara Gatti. Tu sei Chiara Gatti! Sono per te, è evidente. Solo che non capisco chi te li abbia fatti trovare. Tu non sei tifosa”, continuò l’amica, curiosa di capirci qualcosa di più.
Perplessa, Chiara, mise i biglietti in cartella e si preparò alla lezione di latino.  Soltanto Giulia sembrava non accontentarsi di quella non-spiegazione e continuava a inviarle bigliettini in lettere greche durante la lezione. “Dobbiamo scoprire chi ti ha regalato quei biglietti e perché!" I loro pensieri vennero interrotti dalle successive parole della professoressa, quelle che a metà ora non ti aspetti.
“Bene, visto che è rimasto ancora un po’ di tempo prima della fine della lezione… interroghiamo!”. Sul volto delle studentesse si dipinse un’espressione di panico. Pochi secondi di tormento e poi… “Beretta”. La scelta era avvenuta. Elisa. Chiara ripensò alla mail di eli98. Il suo era un desiderio che aveva del miracoloso. Elisa balbettava sempre e l’agitazione sembrava seccarle la lingua in gola, ma era una ragazza preparata e nei compiti scritti prendeva sempre voti altissimi. “Iniziamo con un ripasso dei verbi. Coniugami l’indicativo perfetto passivo del verbo moneo ”, disse la professoressa e la guardò incoraggiante. Elisa fece un gran respiro, sapeva la risposta, aveva studiato come sempre. Le amiche la videro chiudere gli occhi e strizzarli qualche secondo, quasi a concentrarsi, e poi partì, come un treno che non si arresta alle fermate programmate. Coniugò decisa il verbo, senza balbettare e arrivò fino alla fine, quasi incredula lei stessa di quel che aveva appena fatto. Si era superata, ce l’aveva fatta! La professoressa sorrise, piacevolmente colpita. Chiara e Giulia si guardarono, stupite. Quella era una giornata strana.





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